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“Skill Acquisition in Sport”
di Fabio Patteri
Attualmente sono due gli approcci teorici principali che vengono utilizzati per spiegare il controllo e l’apprendimento motorio, e si differenziano per il modo diverso con cui considerano la percezione e affrontano la relazione tra percezione e azione (cfr. Edwards, 2011). Il primo, quello finora più conosciuto e diffuso, è un approccio cognitivista che prevede meccanismi centralizzati di elaborazione delle informazioni; postula l’esistenza di programmi motori che guidano l’azione, con grande importanza assegnata alla memoria nell’attribuzione di significato ad alcuni stimoli. Il secondo è un approccio dinamico, che considera invece la percezione come un meccanismo diretto attraverso il quale l’individuo, senza dover ricorrere alla memoria, cerca o identifica immediatamente nell’ambiente le informazioni già presenti e funzionali all’azione; viene anche definito approccio ecologico, in quanto considera la complessa interazione fra individuo, compito e ambiente. memoria. Queste due teorie sembrano in contrapposizione fra loro, in quanto una si fonda sulla funzionalità dell’organismo, mentre l’altra pone l’accento sull’interazione con l’ambiente, ma entrambe sono ritenute scientificamente valide in attesa di una nuova prospettiva unificatrice. Le contraddizioni teoriche possono essere superate se si considera che la motricità umana è talmente complessa, che aspetti diversi di questa sua complessità possono venire spiegati da approcci diversi: il corpo umano comprende più di 600 muscoli e più di 200 ossa articolate fra loro, che formano un sistema intricato di leve e pulegge in grado di realizzare un infinito numero di azioni; comprendere come milioni di cellule nervose e muscolari possano coordinarsi per rendere possibili azioni significative ed estremamente precise è il problema di fondo che ha stimolato, e stimola, l’elaborazione di teorie sul controllo e sull’apprendimento motorio.Edwards ritiene che ciascuna delle due teorie considerate abbia suoi punti di forza e di debolezza, e che insieme possano fornire prospettive che nessuna delle due è in grado di fornire da sola; McMorris (2004) ritiene che né l’approccio cognitivista, né quello dei sistemi dinamici siano in grado di spiegare completamente la prestazione esperta; si può accettare esclusivamente, in modo acritico e sulla base delle proprie convinzioni, o l’una o l’altra delle teorie, ma si può anche fare riferimento ad una teoria “ibrida”, che prenda il meglio delle due scuole di pensiero. L’approccio cognitivista probabilmente spiega meglio la presa di decisione, mentre quello ecologico sembra spiegare meglio il controllo dei movimenti. Bortoli L. e Robozza C. (2016)